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martedì 11 agosto 2009

Io Piazza Teatro l'avrei ridisegnata così.

"Progettato da Luigi Oberty fu inaugurato la sera del 10 Maggio 1828 con la rappresentazione del melodramma - La sposa felice - di Giovanni Pacini. Inizialmente fu intitolato a Ferdinando I re delle Due Sicilie, già Ferdinando IV re di Napoli.



Fu il primo teatro in pianta, non solo il più antico della regione perché inaugurato 22 anni prima del Piccinni di Bari ma, ritenuto al tempo il secondo dopo il San Carlo di Napoli. Nel decennio francese prese il nome di Teatro di Foggia e, caduti i Borboni, Teatro Dauno. E' intitolato a Umberto Giordano dal 1928.

Ha il teatro tre ingressi, il principale dal pronao e dall'ampio vestibolo neoclassico oranto di sei colonne marmoree". Così descriveva il teatro G. Marciello, docente di discipline letterarie, nel suo libro "Foggia millenaria".
L'architetto foggiano Ugo Iarussi invece, riferendosi al "grattacielo" di Piazza Battisiti scriveva: "A Foggia venne subito accettato con entusiasmo il grattacielo di Piazza Teatro, dove la grande dimensione viene confusa con il monumentale e dove il peso di certi assurdi volumi deriva dalla cattiva interpretazione del piano di ricostruzione redatto dal Comune di Foggia (1946-1950) in applicazione della legge Ruini. I danni di guerra avevano completamente distrutto tutti gli edifici che fiancheggiavano il teatro. (...)
In sede di progettazione si pensò allora di approfittare delle demolizioni per creare, sul fronte del teatro un più largo spiazzo... Il nuovo palazzo veniva ubicato alla giusta distanza dalle costruzioni recuperabili in modo che mai, i suoi più ingombranti volumi, potessero entrare mai nello stesso angolo visivo del teatro... (vedi disegno sottostante).

Il disegno in alto (tratta dal libro di Iarussi) mostra il progetto originario del grattacielo.

Di tale soluzione si accettò però soltanto il suggerimento relativo alle nuove altezze, senza imposizioni di distanze e senza l'obbligo di particolari tracciati. Oggi un volume incombe sull'altro, nell'angoscia e nel delirio che una sfrenata corsa al prepotere può suscitare".

Lo stesso Iarussi così ulteriormente si esprimeva nelle sue note introduttive al libro : "L'urbanistica è diventata un campo di avventure... un'arena di competizioni nella quale cavalieri di un'epoca nuova si cimentano alla conquista di facili investiture, più facili guadagni e dissimulate forze di potere. Le conseguenze sono note....un ricco patrimonio di monumenti e bellezze naturali, viene sacrificato al gusto degenere della smisurata metropoli".

Pensiero che noi condividiamo!

Il fatto: è stata rinnovata la piazza del teatro....
E' stata rifatta la piazza del teatro e vedendola ho pensato che, per privare mediante confuse alterazioni l'aspetto originario di un luogo, ci voglia un pensiero laterale ove, per ciascun problema è sempre possibile individuare diverse soluzioni, alcune delle quali emergono solo prescindendo da quello che inizialmente appare l’unico percorso possibile cercando elementi, idee, intuizioni, spunti fuori dal dominio di conoscenza e dalla rigida catena logica. Del genere: chi l'ha riprogettata è un genio incompreso.

A noi comuni mortali con un minimo di gusto e privi di atteggiamento intellettuale condizionato da snobistici ed esclusivi interessi formali, è subito apparso chiaro che la piazza è guastata anche se non irrimediabilmente poiché il danno non pesa quanto la presenza del grattacielo.

A noi la piazza non piace perché:

a) essendo il teatro scentrato rispetto alla piazza, si sarebbero dovute disegnare con mattoni più chiari, delle linee che, partendo dagli angoli degli edifici circostanti, avessero ricondotto il nostro occhio su un nuovo centro davanti all'edificio;

b) nel nuovo disegno l'architetto privilegia la Via Oberdan rispetto al teatro, sia nell'ampiezza, sia per la posizione delle palme disposte lungo i suoi bordi che per le linee chiare che sottolineano la via di fuga verso il Vico al piano (ve ne accorgeterete subito: provate a guardare il teatro tenendovi indietro verso la libreria Dante e poi avanzate verso la piazza del teatro);

c) le palme poste a sinistra della facciata del teatro, che è l'edifico più rappresentativo, lo escludono completamente dalla piazza relegandolo ad un ruolo secondario, quasi di inappartenenza, di estraneità;

d) la nuova pavimentazione in molte delle sua parti, non è adatta alla piazza, non ne rispetta la storia e la modernizza irrispettosamente come fanno ad esempio i mattoncini in cotto più adatti ad un luogo periferico (stesso errore compiuto in Piazza Giordano dove per pavimentare la superficie intorno al monumento sono stati adottati gli stessi mattoncini in sotituzione di eleganti e levigate lastre di marmo).

Scrive Vittorio Sgarbi nel suo proclama del Partito della Bellezza: "Sconforto, impotenza, stupore, disperazione, sono le impressioni che ci trasmettono questi interventi di restauro. Il minor danno viene dall'abbandono. Qualunque edificio in rovina (e piazza, aggiungiamo noi) trascurato o dimenticato, conserva una dignità e un'autenticità che molto raramente i restauri riescono a preservare. Possiamo affermare che, nell'ordine delle calamità, la prima in assoluto è il restauro, seguito da terremoti, alluvioni e, ordinaria trascuratezza".

Poiché non siamo quelli del genere che criticano ma non propongono, abbiamo deciso di mostrarvi come noi avremmo ridisegnato la piazza del teatro, sottoponendoci al giudizio della città.

Ecco il nostro progetto.
Prevede innanzitutto che sia la Piazza Cesare Battisti che la Via Oberdan assumano l'unico titolo di Piazza del Teatro perchè sia percepita come un corpo unico includendo anche il Vescovado.

La nuova piazza sarebbe interamente ripavimentata per conferirle un aspetto antichizzato, senza falsi modernismi, perché alla storia siano legati anche gli edifici moderni costruiti in suo dispregio e non il contrario.

Sul lato destro del teatro prevediamo la costruzione di un arco che richiami la linea di quelli che compongono il pronao dell'edificio (della stessa profondità), al fine di chiudere la prospettiva di fuga conferita dal Vico al Piano, arco che non è invece necessario su Vico al Teatro poichè più laterale e riposto. L'idea è quella creare un ambiente circoscritto e intimamente caratterizzato.

Sulla nuova Piazza del Teatro sarebbero trasferite tutte le statue dell'attuale Piazza Giordano che sarebbe ridenominata Piazza Gesù e Maria in onore al principale monumento che su essa si affaccia cioè, la chiesa di Gesù e Maria.
Per la nuova Piazza Gesù e Maria, si bandirebbe un concorso in tutta Italia per la realizzazione di un monumento religioso rivolto alla chiesa che sia in linea con il nome e la bellezza del luogo.
Tutti i tigli che sono disposti lungo il lato destro a delineare la Via Oberdan sarebbero spiantati e se possibile ricollocati in altro luogo, poiché in posizione troppo centrale rispetto alla nuova piazza che si vuole creare.
In riferimento alla immagine sottostante, la legenda di lettura è la seguente:
1. all'entrata nella nostra nuova Piazza del Teatro è prevista (all'incrocio con il Corso V. Emanuele) una fontana di dimensioni contenute (ad esempio come quella di Piazza XX Settembre che dovrebbe avere però un tema mitologico che riguarda la musica come ad esempio Orfeo, un prodigioso cantore, semidivino, in grado di smuovere col proprio canto la natura (il Dio Apollo gli donò la lira e le muse gli insegnarono ad usarla ed era talmente abile che lo stesso Seneca narra: "Alla musica dolce di Orfeo, cessava il fragore del rapido torrente, e l'acqua fugace, obliosa di proseguire il cammino, perdeva il suo impeto...");
2. subito dopo in direzione del teatro, sarebbero disposte tre delle sette statue che ora sono collocate su Piazza Giordano, tutte quelle a sviluppo verticale meno una (ma potrebbero anche essere tutte le quattro a sviluppo verticale);
3. la statua di Umberto Giordano sarebbe disposta nel nuovo centro individuato dalle linee chiare, all'interno di una vasca con leggeri zampilli d'acqua (semplice, in linea con la bellezza della scultura);
4. sui due lati della piazza troverebbero collocazione le tre statue a sviluppo orizzontale per dare l'impressione di un luogo di riflessione e non fare concorrenza a quella di Giordano, mentre l'ultima alta sarebbe posta nell'angolo più distante rispetto al teatro (ma potrebbero starci anche soltanto le tre statue a sviluppo orizzontale);
5. tutti i rettangoli arancioni rappresentano belle e comode panche (quì rivogliamo i sedili in marmo che si trovavano in Piazza Giordano prima del suo rifacimento!) mentre i cerchietti neri, lampioni stilizzati d'epoca (ovviamente il numero delle panchine disegnate è soltanto indicativo e così pure la loro posizione);

6. sul lato destro della piazza sarebbero messi a dimora alcuni cipressi (ad esempio i Cupressus sempervirens L.) che squadrerebbero la piazza rispetto agli alti edifici non in linea con le architetture più storiche (anche in questo caso il numero dei cipressi è da definire).
7. la palazzina dopo il vescovado a sinistra nella piazza, dove si trova un bar a pianterreno dovrebbe essere restaurata per ritornare ad un aspetto più in linea con altri edifici più storici (vedi la prima foto storica in alto), aspetto che aveva nel passato prima di incompetenti manomissioni operate negli ultimi anni;

8. l'edicola presente sulla Via Oberdan, potrebbe trovare una nuova collocazione all'angolo con Via La Greca (che sarebbe anch'essa pedonalizzata), in un chiosco stilizzato in epoca (quello mostrato in figura è preso dal catalogo della ditta Tanari di Bologna, soltanto a titolo di esempio).
Il Comune potrebbe favorirebbe l'edicolante nel vendere l'attuale ingombrante edicola per ricollocarla in periferia dove gli spazi di vendita sono più ampi e lo aiuterebbe finanziariamente esonerandolo ad esempio dalla tassa di occupazione del suolo pubblico per i prossimi 30 anni.

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