IL
CIMITERO DI FOGGIA
Era configurato a croce latina disegnata e delimitata da filari di cipressi.
Con
la sua espansione e col passare del tempo, ha perduto il suo disegno
originario.
Il
segmento alto della croce potrebbe tuttavia
essere
riconfigurato con alcuni brevi filari di nuovi cipressi, come
indicato dell’immagine sottostante.
LE
NUOVE ARCHITETTURE DEL GENERE CONDOMINIALE POPOLARE
Si
sono imposte in alcune parti dell’area cimiteriale indicate dai
riquadri verdi, senza tener conto dell’originario disegno a croce
latina.
Altre
aree, nel corso della sua espansione sono state assegnate alle
cappelle private di famiglia.
IL
NUOVO CIMITERO SUL PROLUNGAMENTO DI QUELLO STORICO.
Infine,
la grande area di sviluppo del nuovo cimitero con un ingresso a
portale con arco che si ricollega a quello “vecchio” sull’asse
dell’ingresso di quello di epoca fascista, con un lungo filare di
cipressi e oleandri.
Qui
l’area cimiteriale ha assunto la forma di un poligono irregolare essendo la figura chiusa, composta da una sequenza di segmenti rettilinei connessi ma che a differenza dei loro omologhi regolari, non hanno tutti i lati e gli angoli uguali.
L’attuale
forma tiene conto infatti dei confini territoriali delimitati dalla
via Sprecacenere da due lati e dalle campagne limitrofe sull’altro.
ENTRATA
PRINCIPALE DEL CIMITERO E CHIESA OSSARIO DEI CADUTI DELLA I GUERRA
MONDIALE PROGETTATI NEL VENTENNIO FASCISTA PER FAR LUOGO AL QUALE FU
ABBATTUTO IL PRECEDENTE INGRESSO OTTOCENTESCO.
https://www.letteremeridiane.org/2023/11/comera-nellottocento-il-cimitero-di-foggia/
Si
individua subito la
Chiesa-Ossario dei
caduti della I Guerra progettata
nel 1928 da Arnaldo Foschini il
quale è anche
tra
i progettisti dell’edificio della Farnesina a Roma che ospita il
Ministero degli Esteri
a Foggia, del Palazzo delle Statue che si trova in piazza Italia.
Ai
lati si individuano due edifici: a sinistra vi era la camera
mortuaria; a destra, gli uffici cimiteriali con i custodi che ricordo
in divisa. Oggi non ci sono più custodi sull’ingresso storico.
L’OSSARIO
DEI CADUTI DELLA II GUERRA
Fu
innalzato dopo la II Guerra un ulteriore edificio, l’Ossario dei
caduti dell’ultima guerra.
L’ampio
edificio è posto al centro di uno slargo che interrompe i filari di
cipressi del viale centrale restringendolo su entrambi i lati.
Principalmente
tra la Chiesa Ossario della I Guerra e questo secondo edifico si
sviluppa la maggior parte del cimitero monumentale.
Adesso
un po' di storia sui cimiteri che ha riguardato anche quello di
Foggia.
LA
STORIA: PER UN LUNGO PERIODO, ALLE SOGLIE DEL XIX SECOLO, LA CITTÀ’,
ANCHE LA NOSTRA, ACCOGLIE I DEFUNTI ALL’INTERNO DELLA CERCHIA
URBANA, CUSTODENDOLI NEL SOTTOSUOLO.
Nel
Medioevo prese
piede l’uso di seppellire i morti all’interno delle chiese: era
la cosiddetta “sepoltura
ad sanctos et apud ecclesiam“.
Era
inteso tutto lo spazio che circondava la chiesa non solo l’edificio
sacro e lì, essendoci spesso anche le tombe dei Santi, i defunti
venivano considerati sepolti in un luogo sicuro, santo.
I
poveri andavano in fosse comuni mentre le persone facoltose o i
personaggi importanti avevano ovviamente uno spazio migliore e una
localizzazione ritenuta più prestigiosa.
L’esistenza
di cimiteri attorno alle chiese persiste ancora fino ad oggi in molte
località degli entroterra e in piccoli centri.
Da
questo venne l’espressione camposanto, un campo vicino al luogo
sacro. Se nel 1527 a Roma fu istituita la Confraternita
della Morte nata
con il compito di seppellire le vittime dei Lanzichenecchi in seguito
riguardò la sepoltura di tutti i poveri.
All’interno
delle mura cittadine il mondo delle sepolture conviveva con quello
dei vivi.
Cimitero – Canva – riscossacristiana.it
Nel
corso di questo lunghissimo periodo di promiscuità tra morti e vivi
si verificava così un processo di sedimentazione dei resti umani con
frequenti traumatiche sostituzioni con i terreni dissestati per la
riapertura delle fosse comuni.
Cimitero
degli Innocenti in Parigi
L’orrore
delle fosse comuni e l’esposizione dei resti umani non
intralciavano l’animata frequentazione del cimitero urbano quel
luogo integrante della vita quotidiana.
E
con essa la brutale familiarità con i segni della morte.
Si
avverte tuttavia nella seconda metà del XVIII secolo, grazie
alle denunce della classe medica che i defunti sono diventati in
quella condizione, una seria minaccia per l’igiene e l’ordine
sociale.
Per
tagliare il cordone ombelicale che lega il mondo delle sepolture alle
chiese e quindi alle città, vari provvedimenti dispongono
l’assegnazione di terreni extraurbani che abbiano quest’unica
vocazione funzionale. Da questo momento i cimiteri acquistano una
propria riconoscibilità.
Un
nuovo modo di pensare, porta alla soppressione ed allo smantellamento
degli antichi cimiteri e del fitto sistema di segni ammonitori che
gravava intorno alle tombe.
I
primi cimiteri avevano comunque l’aspetto di un terreno nudo, uno
spazio disadorno, cinto da un muro. Verso questi terreni saranno
inviati i morti a partire dalle categorie sociali più deboli in
attesa di un modello di ordinamento più elaborato. Il cimitero
che non possiede neppure una cappella funziona come deposito di
centinaia di cadaveri, un luogo di segregazione della morte che non
necessita si spazi di culto.
Da
quel momento i cimiteri diverranno un nuovo campo di sperimentazione
per gli architetti per nuove tipologie cimiteriali.
Il
nuovo concetto di cimitero pubblico assume il carattere di una
rappresentazione simbolica della società.
Si
rileva ancora a fine settecento la pratica in uso di raccogliere le
sepoltura del popolo in fosse comuni senza segni di riconoscimento
individuale facilitando il compito di chi si proponeva di
rappresentare in un unico ambito spaziale, l’immagine
corrispondente all’intero ordinamento sociale.
All’ingresso
laterale di via Sprecacenere, è posto un cippo funerario con la
seguente iscrizione:
“Quì
sono raccolte le ossa disotterrate dalle fosse comuni ogni dieci anni
e di qui riprenderanno moto e figura quando rimbomberà spaventoso lo
squillo delle angeliche trombe”.
NEL
REGNO DI NAPOLI E DI SICILIA E ANCHE A FOGGIA
“Una
legge del 3 marzo 1817 emanata da Ferdinando I, prescriveva in
termini perentori la formazione di un camposanto extra urbano per
ogni comune della Sicilia Citeriore, in modo da far fronte a
situazioni igieniche preoccupanti.
Faceva
seguito nello stesso anno, un regolamento che forniva una
normativa tecnica in merito e precisi orientamenti progettuali dei
camposanti, uno spazio disadorno ma funzionale, consacrato alle
leggi dell’igiene e separato dai luoghi urbani di pubblico
incontro.
Il
regolamento prevedeva la costruzione di un recinto di forma quadrata,
suddiviso all’interno da viali regolari e circondato da portici
destinati ad ospitare poche distinte sepolture mentre unici
edifici accessori erano la cappella e la casa del custode. Non
erano ammessi all’interno alberi o altri ornamenti.
La
raccomandazione era infine quella di collocare i cimiteri lontani da
ogni altra via battuta che ci dà l’idea di questi luoghi come
segregati e negati ai vivi, concepiti in chiave esclusivamente
funzionalista.
Si
solleverà nel tempo la rivendicazione di un modello di spazio
cimiteriale che istituisca utili e necessari legami con le tombe
e la società dei vivi frustrata dal radicalismo dei regolamenti.
Luigi
Oberty, sottolineava a proposito di cimiteri, gli aspetti legati
alla funzione civilizzatrice del camposanto e della importanza morale
ed affettiva dei legami degli individui con le tombe.
Il
cimitero come luogo di passeggiate, di meditazione.
Al
centro del campo, Oberty collocava la chiesa con l’intento di
rafforza la funzione morale e spirituale del cimitero”.
Rif.:
dal libro “Cimiteri e giardini” di Luigi Latini
“Come
per le altre realtà, la città di Foggia dovette adeguarsi a
rispettare le regole imposte dalla legge. Così come era avvenuto
per… il Quadrato monumentale del camposanto di Poggioreale a
Napoli,… anche a Foggia le famiglie più in vista fecero edificare
tombe monumentali e cappelle gentilizie imponenti al fine di
ostentare la propria importanza…Oggi molte di queste tombe versano
in condizioni di fatiscenza, l’incuria e il degrado hanno mutato la
bellezza delle originarie costruzioni. Ciò che resta è il ricordo
di queste grandi famiglie attraverso i simboli del loro casato”.
Di
Lucia Priore, testo disponibile su“Foggia racconta”:
http://foggiaracconta.altervista.org/blog/curiosita/laraldica-nel-camposanto-foggia/
Nota:
Oberty fu progettista:
del
Real
Teatro
Ferdinando
oggi Teatro Umberto Giordano (1825-1828);
del
nuovo
fronte della
Chiesa
di San Francesco Saverio, nota come Chiesa delle Colonne;
del
propileo
dei
Giardini Pubblici oggi Villa
comunale
(1824-1827);
dell’orfanotrofio
Maria Cristina (1835)
e
della limitrofa Chiesa
della Madonna della Croce (figura
sottostante) poi
abbattuti
per far posto al Palazzo degli Uffici Statali.
STORIA
DELLA MORTE IN OCCIDENTE
“In
un suo libro del 1974
Philippe Ariès, uno
dei maggiori storici francesi del XX secolo, pubblica per la prima
volta uno
studio epocale sull’atteggiamento degli esseri umani nei confronti
dell’argomento più affascinante e spaventoso dell’esistenza:
la morte. In
un’indagine documentata e illuminante, l’autore mostra non solo
come
il rapporto con la morte sia cambiato nel corso delle epoche ma
anche quanto esso rispecchi l’approccio di una certa società verso
la vita.
Attraverso
lo studio di testi letterari, documenti, iscrizioni tombali e
testamenti, Ariès va
dal Medioevo all’età barocca fino alla rivoluzione industriale
soffermandosi sulle
trasformazioni dei comportamenti individuali e collettivi davanti
alla morte, mostrando come
essa sia diventata un tabù che si preferisce
allontanare e negare: la morte fa paura perché non possiamo
evitarla, perché siamo soli di fronte ad essa e perché in fondo non
riusciamo ad accettare l’impossibilità di essere immortali.
La
percezione umana si ribella a questa fine. L'anima,
una realtà indefinibile che attribuiamo a noi stessi, siamo in
genere convinti che non possa concludersi con il disfacimento del
corpo. In realtà sopravvive nella nostra memoria, ma di per se
stessa, secondo le più diffuse convinzioni umane, non dovrebbe
scomparire con la morte fisica del corpo”.
Prefazione
al libro: “Storia della morte in Occidente”
Alla
vita e alla morte è connessa l'idea della divinità e,
con essa, di un mondo migliore i cui le anime dei giusti dovrebbero
fruire dopo il loro percorso terreno. La dicotomia fra il
bene e il male, l'oscurità e la luce, nasce proprio dalla speranza
di una vita possibilmente eterna.
LA
CONCEZIONE CRISTIANA DELLA MORTE
La
concezione cristiana della morte è la più radicale
trasformazione di mentalità introdotta dall’indissolubile binomio
morte - rinascita dove il giorno della morte acquista l’effettivo
significato di dies natalis che innesca profonde
alterazioni concettuali, con evidenti effetti modificanti sulle forme
organizzative, le architetture, le decorazioni e la prassi
epigrafica, nel mondo funerario, in cui alle “città dei
morti”, le necropoli, subentrano i coemeteria in attesa della
resurrezione, agli immutabili sepolcri primari veicoli di
trasmissione delle memoria, organismi percepiti con le peculiarità
di dimore di provvisoria accoglienza, comunque destinate ad
accogliere il corpo fino alla resurrezione finale e perciò più
durature delle domus dei viventi, in un certo senso aeternales,
come riecheggiano iscrizioni e luoghi patristici.

L’etimologia
del termine κοιμητήριον è chiara. Il sostantivo
deriva da un tema nominale in maschile (*κοιμα o κοιμος)
del verbo κεῖμαι, che significa “sdraiarsi/stare
sdraiato”. Anche le più antiche attestazioni precristiane
utilizzano il termine per designare un dormitorio: è questo, per
esempio, il caso di un’iscrizione del IV secolo a.C. proveniente
dal santuario di Anfiarao a Oropos.
“Il
luogo della sepoltura si chiama cimitero affinché si sappia che
quelli che vi riposano non sono morti ma, addormentati”.
Giovanni
Crisostomo, patriarca di Costantinopoli
È
a partire dal II secolo d.C. che
i cristiani cominciano a utilizzare il greco κοιμητήριον
(e la sua traslitterazione latina coemeterium) in riferimento alla
morte. Anzi, l’appropriazione cristiana della parola avviene
esattamente a proposito della condizione del defunto,
il quale dorme nella propria sepoltura in attesa della resurrezione.
https://docenti.unimc.it/
La
preghiera per i defunti
nasce comunque con il cristianesimo e tra le preghiere
cattoliche l’Eterno
riposo è certamente la principale.
Disgregandosi
anche la concezione di Dio al centro della vita dell’uomo, con
la sparizione dell’orizzonte della vita eterna posto in primo
piano, la morte è stata sempre più accantonata come elemento da
temere.
Di
conseguenza il culto dei morti si è completamente trasformato: il
corpo è visto esclusivamente come materia e al giorno d’oggi la
cremazione delle salme è una pratica molto diffusa.
IL
CUORE OTTOCENTESCO MONUMENTALE DEL CIMITERO DI FOGGIA RACCHIUSO
NELLA ORIGINARIA FORMA A CROCE LATINA DELIMITATA DA FILARI DI
CIPRESSI.
Un
piccolo museo a cielo aperto tra monumenti in bronzo o in
marmo, edifici in miniatura ideati e progettati dalla prima
metà del ’800 che hanno un significato commemorativo, simbolico.
Troviamo angeli, bambini, madonne e Gesù, tombe di donne
indimenticabili scienziati, eroici soldati, scene bibliche realizzate
con lo stile medioevale, gotico e neoclassico. Un tema ricorrente è
pure quello di una anfora o di una colonna spezzata coperte da un
drappo.
Un
angelo che accompagna il defunto (defunctus: che ha compiuto la vita)
SUL
SIGNIFICATO DEGLI ANGELI
La parola "angelo" deriva dal latino "angelus" cheha irigine nella parola greca ἄγγελος a sua volta traduzione dell'ebraico מלאך, mal'akh, che significa "messo", "messaggero", "servitore".
L'Universo,
secondo gli ebrei,
è abitato da due categorie di esseri: gli angeli e gli esseri umani.
Esistono ordini, classi e schiere a capo delle quali viene distinto
un angelo principale.
Molte notizie sugli angeli si trovano nell'insegnamento dei rabbini, l'angelogia.
Una corte celeste con Dio Re e n esercito di ministri attorno a Lui, si trova descritta nella Bibbia e gli angeli vengono citati quali servi dell'Altissimo.
Il
motivo fondamentale dell'angelologia
rabbinica non è quello
di trovare intermediari tra Dio e il mondo, poiché non vi è bisogno
di tali intermediari. Il vero scopo di essa era la glorificazione di
Dio. Quindi il compito
primario degli angeli, per gli Ebrei, è quello di onorare Dio, ma
anche di portare messaggi agli uomini.
Non svolgono, quindi, una funzione di intercessione per gli uomini,
ma di presentazione agli
uomini della volontà di Dio.
Il
Cristianesimo ha ereditato la nozione degli angeli dalla cultura
religiosa biblico-ebraica, soprattutto di lingua greca,
ridisegnandone le figure nei nuovi testi.
Nella Chiesa cattolica gli angeli assumono una dimnsione fortemente "cristologica"
Essi annunciano Cristo,
lo servono, ne sono messaggeri, sono creati fin dalla loro origine in
funzione del suo regno e del suo disegno di salvezza e di vita.
https://it.wikipedia.org/wiki/Angelo
La
tomba a forma di tempio con
angelo, del
marchese De Luca
Tema
di un angelo (messo
di Dio) su
una
tomba.
ANFORA
FUNERARIA COPERTA DA UN DRAPPO
Nell'VIII
secolo a.C. i
defunti
venivano
cremati
e le loro ceneri raccolte in urne fittili che vengono poi interrate a
circa un metro di profondità e coperte da un lastrone di pietra
appoggiato su una tavoletta, sul cui si colloca una grossa anfora
(per le defunte) o un cratere (per i defunti), entrambi riccamente
decorati, (alti 1,5 m) parzialmente interrati, lasciando sporgere dal
suolo soltanto le bocche attraverso cui parenti e amici versavano le
libagioni.
https://culturalmenteblog.blogspot.com/2021/01/anfore-funerarie.html
L’anfora
funeraria
“Nel
riquadro all’altezza delle anse è raffigurata la scena più
importante dell’intera decorazione: il compianto
funebre della
defunta.
Su un catafalco è deposto il corpo di una donna, vestita con un
lungo abito: il cadavere è mostrato sdraiato su un fianco, in modo
da potersi vedere integralmente. Ai due lati del catafalco si trovano
quattordici figure maschili in piedi e in basso altre quattro: due
uomini seduti e due donne inginocchiate. Proprio
accanto al catafalco, una figura, più piccola, forse un bambino (ma
rappresentato come un adulto in miniatura), tocca con la mano destra
il letto, quasi un ultimo saluto alla defunta, forse sua madre. Tutti
i personaggi sono mostrati nell’atto rituale di strapparsi i
capelli o battersi la testa per la disperazione. Le teste tonde sono
apparentemente calve e hanno una protuberanza al posto del mento. Il
lenzuolo funebre a scacchi, destinato a coprire
il cadavere della nobildonna, è rappresentato in verticale sopra
di lei, come se fosse una tenda tesa, e il bordo inferiore di questo
telo segue la linea del corpo in modo da non nasconderlo. Tra un
dolente e l’altro sono infine presenti alcuni piccoli motivi
decorativi, come colonnine di “M” sovrapposte, che legano le
figure umane alla complessa trama astratta che le circonda”.
https://www.artesvelata.it/anfora-cratere-funerario-dipylon/
Un
simbolo funebre ereditato dall’antica Grecia, che rappresenta il
corpo umano come contenitore dell’anima. Spesso le urne sono
coperte da un velo o un drappo in segno di lutto. Quel drappo
simboleggia la cortina che divide il mondo dei vivi da quello dei
morti.
L’ANCORA
Rappresenta
la speranza e la costanza.
UNA
COLONNA
La
colonna con drappo nel cimitero simboleggia la separazione
tra la vita e la morte. Il drappo rappresenta la cortina che divide
il mondo dei morti da quello dei vivi.
La
colonna spesso spezzata simboleggia la forza e la fermezza di
spirito ma anche una vita interrotta prematuramente dalla morte.
Questo
simbolo è frequentemente associato alla perdita di un capofamiglia.
GLI
EROICI SOLDATI

5
gen .1915 Monumento dedicato a Felice Figliolia caduto nella prima
guerra
Un
invito ad una calma camminata che passo dopo passo ci conduce nella
storia, nell’arte e nella memoria in un luogo sacro che va onorato
e rispettato in silenzio.
The
end
Per
ora...